AUXIMUM ROMANA
il sistema pubblico di raccolta e gestione delle acque a Osimo

Gli attuali scavi effettuati in centro storico ad Osimo da parte di Astea S.p.A. per il rinnovo dei sottoservizi sono eseguiti, fin dall’inizio, sotto il controllo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche (dott. Stefano Finocchi) con la costante presenza di personale specializzato nell’attività di assistenza archeologica in corso d’opera, attività garantita dalla Società Pangea (dott. Marco Ambrosi).

Le evidenze archeologiche emerse finora mostrano dati importanti e dirimenti per la ricostruzione dell’impianto urbano di Auximum romana e in particolare per la studio del foro e del sistema pubblico di raccolta e gestione delle acque.

L’area del foro è da sempre stata ipoteticamente collocata – anche per il rinvenimento a partire dal 1457 di materiale epigrafico onorario collegato all’esecuzione di un ciclo scultoreo celebrativo di imperatori e cittadini benemerenti, rinvenuto a seguito degli scavi per la costruzione del nuovo Palazzo Comunale – tra l’attuale Piazza del Comune e l’adiacente Piazza Boccolino, in un’area posta all’incrocio tra cardo e decumanus maximi.

Già nel 2016 si era avuta una prima conferma della localizzazione del forum a seguito del rinvenimento, presso le prime due arcate del Loggiato, della pavimentazione in blocchi rettangolari di calcare regolari di circa 100x70x12 cm. Gli scavi di questi giorni hanno riportato alla luce altri tratti ben conservati della stessa pavimentazione, che ora sappiamo estendersi almeno fino all’ingresso attuale del Comune.

Gli scavi recenti dimostrano inoltre la connessione esistente tra l’area del foro e la cisterna romana per la raccolta delle acque, della quale già nel 1608 furono individuati cinque ambienti comunicanti a una vasca, scavati e che nel 1839 furono nuovamente scavati da Andrea Bonfigli, Gonfaloniere dello Stato Pontificio di Osimo, riportando alla luce “nella pubblica piazza” le cinque navate a botte, i cui disegni sono conservati presso l’archivio di Stato di Ancona, comunicanti tra loro da sette passaggi ad arco.

Il rinvenimento della vera di accesso al serbatoio della cisterna in corrispondenza del loggiato del palazzo comunale e del muro perimetrale del serbatoio in opus caementicium sembrerebbero confermare l’ipotesi di Antioco Onofri che nel 1682 nella sua storia della città di Osimo, parlava invece di dieci passaggi. La vera è realizzata con blocchi in arenaria incassati nella pavimentazione del foro, è impostata al di sopra dell’estradosso della volta della cisterna, ed è posta all’incirca a metà della navata stessa.

I dati saranno presto oggetto di pubblicazione preliminare sulla scheda topografica prevista in pubblicazione sulla rivista scientifica Picus entro il 2019, ma possiamo già affermare con un certo gradi di sicurezza che la realizzazione della cisterna fu contestuale all’originaria organizzazione dell’area forense avvenuta nel II sec. a.C., la cui pavimentazione copriva le camere della cisterna e ospitava almeno una vera (pubblica) per consentire di attingervi acqua.

Pubblicato il 08/03/2019