La XVIII Campagna di scavo archeologico nell’area delle Terme romane di Tifernum Mataurense (Sant’Angelo in Vado – PU) tra ricerca, tutela, didattica e valorizzazione

L’équipe dell’Università di Macerata, sotto la direzione scientifica dell’archeologa prof.ssa Emanuela Stortoni del Dipartimento di Scienze della Formazione, Beni Culturali e Turismo, supportata dai collaboratori dott. A. Baldoni e dott.ssa A. Volpi e composta da 25 tra laureati, laureandi e stagisti di questo e di altri Atenei italiani e stranieri (Università Cattolica di Milano, Alma Mater di Bologna, di Malaga in Spagna), ha effettuato dal  29 giugno al 29 luglio 2018 la XVIII campagna di scavo archeologico nell’area delle terme romane di Tifernum Mataurense (Sant’Angelo in Vado – PU) in località Colombaro.

Le attività, finanziate dal Comune di Sant’Angelo in Vado e dall’Ateneo maceratese, in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e col patrocinio della Deputazione di Storia Patria per le Marche, hanno consentito di acquisire dati molto importanti per una lettura più dettagliata dell’edificio termale, sul quale il team lavora da ormai sedici anni.

In particolare sono stati individuati i resti dell’ingresso monumentale con fronte porticata a quattro (?) colonne, intonacate di rosso, la palaestra con la relativa piscina (natatio) ed il destrictarium (?) – l’ambiente cioè per la detersione degli atleti dopo l’allenamento -, l’abside lungo il lato Sud del calidarium. Quest’ultimo insieme ad altri ambienti riscaldati con sistema a ipocausto, cioè con pavimentazione sospesa (suspensura) su colonnette (pilae) per il passaggio di aria calda, era già venuto alla luce nelle passate stagioni di scavo. Tali scoperte confermano ancora una volta quanto estesa e articolata fosse la pianta del complesso termale tifernate, decorato con marmi e pavimenti musivi, figurati e policromi, vicini stilisticamente a quelli rinvenuti negli scorsi anni nella sontuosa ‘Domus del mito’ a Campo della Pieve. Tra i materiali di particolare rilevanza raccolti va senza dubbio segnalato un frammento calcareo (cm 32,5x30x4,8) di un’epigrafe dedicatoria, che ricorda un personaggio di rango militare; sull’iscrizione è in corso uno studio dettagliato. Si presume che la terma occupasse un intero quartiere dell’antica città vicino il foro e lungo la principale viabilità. Cronologicamente il complesso conosce diverse fasi (impianto, monumentalizzazione, ampliamento, crollo e abbandono), che vanno almeno dalla tarda Repubblica al VI sec. d.C.

Alle operazioni di scavo sono state affiancate parallele operazioni di restauro a opera della ditta Laura Benucci di Firenze, che hanno consentito di consolidare i mosaici e le strutture, particolarmente danneggiati da grandi fosse di spoliazione e da numerose trincee per filari di vite.

Durante il mese di indagini l’Università di Macerata ha ideato ed organizzato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza ABAP un ciclo di eventi per la valorizzazione dell’area tifernate dal titolo Vado per la città antica, che ha previsto: Per un cantiere aperto: progetto di accoglienza tutti i giorni, rivolto a studenti, turisti, curiosi, cittadini di Sant’Angelo in Vado per una visione ‘in diretta’ delle operazioni di scavo archeologico; Facciamo il punto: incontri a cadenza settimanale ogni mercoledì per un costante aggiornamento sui risultati di scavo conseguiti durante la settimana; I lunedì dell’archeologia: ciclo di incontri-dibattito il lunedì sera tra esperti e cittadinanza su temi relativi all’archeologia, alla storia, alla valorizzazione di Tifernum Mataurense – 02.07.2018: Stortoni Emanuela (UNIMC): Aggiornamenti sulle terme romane di Tifernum Mataurense; 09.07.2018: Mei Oscar (UNIURB): Tra Flaminia e Forum Sempronii: viabilità romana e municipia nell’area Mataurense; 16.07.2018: Brunelli Marta (UNIMC): L’educazione al patrimonio archeologico. Idee e riflessioni sulla valorizzazione dell’area archeologica di Tifernum Mataurense; 23.07.2018: Sacco Daniele (UNIURB): Dopo il tracollo del mondo antico: i secoli bui? La provincia di Pesaro e Urbino nell’alto Medioevo. Ampia e attiva è stata la presenza dei cittadini, così come discreto l’afflusso di turisti italiani e stranieri -.

Con il progetto di ricerca, didattica, tutela e valorizzazione nell’area archeologica di Tifernum Mataurense, in linea con la mission del proprio corso di laurea in beni culturali e turismo, l’Ateneo maceratese cerca ormai da anni di far comprendere come il mondo scientifico attraverso la ricerca rigorosa e moderna possa perseguire un’autentica innovazione, una capillare sinergia con le realtà territoriali, una semplice ed avvincente comunicazione del dato scientifico, un’ampia ricaduta in termini di indotto turistico ed economico.

Pubblicato il 19/09/2018