LA COLLEZIONE PALEOCRISTIANA DEL MUSEO DIOCESANO DI ANCONA
Tracce del primo Cristianesimo ad Ancona

di Simona Petrelli
Ancona, Italic 2018

Il pubblico che si reca a visitare i grandi musei italiani raramente si sofferma a riflettere sul fatto che una percentuale altissima delle opere che ammira proviene da chiese, da istituti religiosi o comunque da un’originaria committenza ecclesiastica. Ciò per evidenziare come nel nostro Paese la Chiesa abbia svolto nel tempo un ruolo di straordinario committente di opere d’arte. Se uscendo da questi musei il visitatore volesse considerare il numero elevatissimo di chiese basiliche, conventi, monasteri, ecc., con quanto ancora oggi in esse si conserva a beneficio del culto e infine di tutti, potrebbe cogliere la dimensione di un fenomeno grandioso e molto sottovalutato: quello dei beni culturali ecclesiastici. Tale consapevolezza giustifica una più vasta riflessione sul significato che l’arte ha avuto nella storia della nostra Chiesa, che non può essere disgiunta dal numero di musei ecclesiastici, ben 29, presenti in una piccola regione come le Marche.

Il museo diocesano costituisce il punto di riferimento di un sistema conservativo articolato e vasto che, facendo riferimento al vescovo, si pone in dialogo con il territorio, non soltanto sotto il profilo religioso ma anche sotto quello storico-artistico e quindi con quanto ad esso attiene nell’ambito della ricerca e della valorizzazione. Il museo diocesano, la cui identità può variare di caso in caso, è comunque fortemente caratterizzato dal riferimento alla sua territorialità, che a sua volta rinvia ad una storia secolare, da leggere in rapporto diretto con quella della Chiesa locale.

Pubblicato il 07/01/2019