Secondo le più recenti tecniche conservative è ormai dimostrato che il restauro dei reperti antichi debba essere preceduto ed affiancato da tutta una serie di indagini chimiche e fisiche, che permettano di misurare nel modo più idoneo i vari interventi di conservazione.
Il Laboratorio di Restauro della SABAP costituisce un’eccellenza in ambito nazionale, anche perché è dotato di una camera radiografica a raggi X, il cui utilizzo è fondamentale per comprendere lo stato di conservazione dei manufatti in metallo e per rilevare particolari costruttivi altrimenti non visibili ad una semplice osservazione ad occhio nudo. Proprio per questo il Laboratorio di Restauro negli ultimi anni ha messo a disposizione macchinari e personale per le Soprintendenze per i Beni Archeologici della Toscana, dell’Emilia Romagna, del Veneto, dell’Umbria e dell’Abruzzo, per il CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique), per il Museo Archeologico di Mainz e collabora con tutti gli Enti e/o Musei che ne facciano richiesta.
L’attività principale del laboratorio è il restauro delle collezioni e dei reperti di competenza della Soprintendenza; collabora con studiosi, professionisti restauratori e specialisti nelle varie discipline provenienti da Università e laboratori di ricerca sia italiani che europei. Inoltre offre opportunità di stage e tirocini agli studenti delle facoltà di Scienze e Beni Culturali, che vogliano approfondire le loro conoscenze nel campo del restauro e della ricerca archeologica.
Solo nel 2016 il Laboratorio di Restauro ha condotto e promosso numerose iniziative, tra le quali si elencano le principali:
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- Restauro dei reperti provenienti dalla Necropoli Picena di Novilara. Iniziativa finanziata con fondi del Governo Federale Svizzero e del Ministero. Grazie alle risorse disponibili si è potuto restaurare oltre l’80% dei reperti provenienti dalle sepolture scavate negli anni 2012-2014 e parte di quelli appartenenti alla campagna di scavo di fine ‘800 e conservate presso il Museo Oliveriano di Pesaro.
- Studio ed analisi dei materiali metallici in lega di rame di una selezione di reperti provenienti dalla Necropoli Gallica di Montefortino di Arcevia. Lo studio è stato eseguito nell’ambito di un progetto internazionale che vede coinvolti anche studiosi dell’Università La Sapienza di Roma e del Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS).
- Attualmente è in corso una convenzione con il laboratorio di restauro del Romisch-Germanisches Zentralmuseum (RGZM) di Mainz, per selezionare un gruppo di materiali destinati al restauro, particolarmente significativi sia per il contesto archeologico da cui provengono che per le problematiche conservative e di restauro: un’occasione di scambio di esperienze assolutamente fondamentale in un settore in continua evoluzione.
- Nell’ambito del programma “Torno subito”, finanziato dalla Regione Lazio ed indirizzato a giovani ricercatori, è stata concessa, presso il Laboratorio di Restauro, una borsa di studio della durata di sei mesi ad una giovane laureata in chimica dell’Università La Sapienza di Roma, con lo scopo di approfondire lo studio dei materiali in lega di rame dal punto di vista composizionale e di avviare un protocollo sperimentale per il trattamento della corrosione ciclica nei bronzi (un processo corrosivo molto comune nei reperti metallici antichi ed estremamente dannoso per il loro stato di conservazione).
- Con le facoltà di Tecnologia del Restauro e di Chimica dell’Università di Camerino si sono sviluppate molteplici occasioni di collaborazioni: dallo studio dei residui di sostanze organiche ancora contenute all’interno di vasi ritrovati in contesti funerari, all’analisi delle acque di lavaggio per la stabilizzazione dei processi corrosivi dei materiali ferrosi, fino allo studio dei reperti metallici in lega di rame ed elaborazione di una tesi di laurea sull’argomento, seguita al termine di uno stage universitario.
- Collaborazione ormai più che decennale è con l’IIS Volterra Elia di Ancona per lo sviluppo del progetto Archeochimica. Nel corso di questo progetto si sono analizzati materiali metallici in lega di Rame provenienti da numerosi contesti archeologici regionali e nazionali. Nell’ambito del progetto, sono nate proficue occasioni d’incontro tra studenti, insegnanti e studiosi nelle varie discipline, umanistiche e sci
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