Rinascimento Marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma
dal 18 febbraio al 27 settembre 2020
Roma, Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro

Dopo l’esposizione ad Ascoli Piceno  fino al febbraio scorso al Forte Malatesta, la mostra “Rinascimento Marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma” prosegue a Roma, presso il Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro, sede della storica Fondazione Pio Sodalizio dei Piceni , dove, dopo essere stata “congelata” dall’emergenza sanitaria, sarà ora visitabile sino al 27 di settembre.

Per la mostra itinerante che ha preso il via nella zona del cratere – presso il Forte Malatesta, di Ascoli Piceno – quella di Roma rappresenta la seconda delle tre tappe programmate per l’esposizione che concluderà il suo viaggio a Senigallia (dal 23 luglio al 3 novembre), presso il Palazzo del Duca.

Le opere esposte a Roma saranno 36 e sono state restaurate grazie a una convenzione siglata tra ANCI Marche e Pio Sodalizio dei Piceni, impegnate dal 2017 in un importante lavoro di recupero delle opere danneggiate che ha ricevuto anche l’apporto scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e il contributo della Regione Marche.

La mostra è curata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi e attraverso un viaggio nella religiosità popolare marchigiana e un affascinante percorso stilistico e iconografico che parte dal centro della regione e prosegue fino alla costa, vuole illustrare quello che Federico Zeri e Pietro Zampetti hanno definito come “cultura adriatica”.

Tra gli autori delle opere non mancano nomi importanti: Jacobello del Fiore con la serie delle Scene della vita di Santa Lucia provenienti dal Palazzo dei Priori di Fermo; Vittore Crivelli con la Madonna orante, il Bambino e angeli musicanti di Sarnano; Cola dell’Amatrice di cui spicca la Natività con i santi Gerolamo, Francesco, Antonio da Padova e Giacomo della Marca dalla sacrestia della Chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno. E ancora, da Roma Giovanni Baglione e Giovanni Serodine che dalla Svizzera seguì nella capitale l’esempio di Caravaggio. Tutti autori di indubbia fama che, nelle Marche, sono nati o vi hanno soggiornato ed hanno contribuito a modificarne la geografia della Storia dell’Arte.

Gli interventi di restauro sono stati eseguiti da tecnici marchigiani, in collaborazione con l’Università di Camerino e l’Università di Urbino e la direzione scientifica della Soprintendenza ABAP-Marche che, con innovative analisi diagnostiche, hanno valutato lo stato di conservazione di ciascuna opera.

Pubblicato il 18/02/2020
Aggiornato il 31/07/2020