La scoperta del tumulo preromano della Cantinaccia di Urbania (PU):
conclusi i primi scavi

Si è concluso il primo stralcio di lavori presso il tumulo della Cantinaccia di Urbania, che hanno permesso di individuare e iniziare a comprendere un inedito grandioso monumento funerario di età preromana.

La possibile presenza di un sito archeologico in località Cantinaccia era nota da circa un decennio, grazie alle segnalazioni alcune ricerche di superficie e foto aeree che avevano interessato tutta l’alta valle del Metauro. Nel 2019, durante un sorvolo di monitoraggio svolto dai funzionari di zona della Soprintendenza grazie alla costante collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Ancona e con il Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì, è stata reindividuata un’anomalia circolare sul terreno arato.
In considerazione della potenziale importanza del sito, nonché dei rischi al quale poteva essere esposto, la Soprintendenza ha avviato alcuni sopralluoghi sull’area e, grazie alla piena disponibilità della proprietà, sono state aperte nel 2020 alcune trincee preliminari per verificare la natura dell’anomalia e indirizzare le future progettualità. Queste prime indagini hanno confermato la presenza una struttura circolare in pietre, riverificata planimetricamente tramite prospezioni geomagnetiche.
Soprintendenza e Amministrazione comunale hanno quindi dato avvio a un progetto condiviso di archeologia pubblica, con un cantiere aperto al pubblico per visite guidate su prenotazione: il progetto “Valle dei Principi – i tumuli preromani di Urbania”.
In considerazione della verosimile presenza di elementi di corredo anche delicati, è stato coinvolto il corso di laurea in Conservazione e Restauro dell’Università di Bologna (Campus di Ravenna), offrendo un’importante opportunità di formazione sul campo grazie all’inserimento degli studenti nel cantiere programmato.
I lavori sono stati avviati il 22 giugno, condotti da una ditta specializzata sotto la direzione del funzionario archeologo di zona Diego Voltolini, portando alla luce poco meno di metà della grande struttura circolare in pietra. Sebbene una trincea di vigna avesse già inciso da nord a sud l’area, è stato possibile riconoscere alcune caratteristiche del tutto eccezionali sia nel panorama dell’archeologia delle Marche, sia, a più ampio respiro, dell’Italia centrale.
È infatti emersa una struttura a tumulo di dimensioni rare, con un nucleo centrale di pietra dal diametro di oltre 20 metri, coronato da successivi riporti e strati di terra e ghiaia, fino a raggiungere la dimensione monumentale di circa 50 metri di diametro.
Il tumulo doveva stagliarsi nel paesaggio dell’antica valle del Metauro, emergendo per alcuni metri dal piano di campagna con la sua forma circolare. L’importanza della struttura è dimostrata inoltre da successivi ampliamenti che ne aumentarono il diametro, rendendola un verosimile punto di riferimento topografico e simbolico per le comunità antiche che abitavano quelle zone.

La prima edificazione del monumento è da ricondursi al VII secolo a.C., con la realizzazione di una grande camera funeraria centrale, di circa 25 mq, sigillata dalla struttura in pietre e almeno da una prima copertura in terra. Successivamente, forse durante il VI secolo a.C., il tumulo fu ampliato con ulteriori riporti di ghiaie e terra, nei quali fu poi inserita una sepoltura secondaria di una donna deposta supina, databile preliminarmente al V secolo a.C.
La camera centrale è risultata intaccata dalla vigna, che ne ha asportato una intera porzione, compresa parte di alcuni resti scheletrici, in pessimo stato di conservazione, che solo future analisi istologiche potranno verificarne l’effettiva pertinenza a resti umani.
Il corredo deposto in questa tomba principale mostra i caratteri principeschi noti per il VII secolo a.C., sia per tipologia dei manufatti sia per materie di realizzazione.
Un carro doveva essere stato deposto presso la parete nord, con cassone decorato da numerosissime decorazioni a borchie di bronzo, completato, sul lato opposto, dai finimenti per due cavalli, comprensivi di morsi in ferro, falere e passanti.
In prossimità delle bardature sono state rinvenute numerose lance, mentre alcuni frammenti della spada sono stati riconosciuti non lontani dal cassone del carro. L’armamento difensivo sembra invece mancare, probabilmente asportato dalla trincea di vigna, nella quale alcuni frammenti dispersi potrebbero essere pertinenti a un elmo.
Doveva essere presente un ampio servizio da banchetto in bronzo, con almeno un bacile, un attingitoio, una cista, una situla e un biconico, del tutto distrutti dalla vigna e recuperati in frammenti. Ai lati della trincea numerosissime lamine dovevano far parte di ulteriori elementi in bronzo, alcuni con decorazioni incise e altri, probabilmente, ornati da piccoli elementi figurati in bronzo fuso, dei quali si conservano alcune teste di animali.
Sono in buono stato di conservazione, invece, alcuni pregevoli vasi in impasto nero con decorazioni a solcature e numerosissimi spiedi di ferro per la cottura della carne.
Le coloriture principesche sono confermate infine dalla presenza di materiali preziosi ed esotici quali l’avorio, che ornava oggetti di ferro, e un uovo di struzzo, rinvenuto in numerosi frammenti.

In attesa dell’avvio del restauro dei materiali è ancora prematuro esprimersi circa l’identità culturale di questa scoperta, che colma almeno in parte il vuoto documentario che caratterizzava la vallata del Metauro in età preromana e, più in generale, le Marche settentrionali.
I reperti prelevati sono attualmente conservati nei locali del palazzo ducale di Urbania, negli imballaggi di sicurezza realizzati per garantirne la conservazione fino all’avvio delle operazioni di restauro.

Le visite guidate sul sito continueranno durante il mese di agosto, mentre il secondo stralcio dei lavori, previsto per settembre, andrà ad ampliare la porzione di monumento riportato alla luce, proseguendo con la possibilità da parte del grande pubblico di visitare il sito durante i lavori.

Per informazioni e prenotazione delle visite:
Ufficio Turismo Urbania – 0722-313140 turismo@comuneurbaniapu.it

Visita agli scavi della “Valle dei Principi”

Pubblicato il 03/08/2021