EREMI E MONASTERI DEL MONTE CONERO
San Pietro e San Benedetto

di Gaia Pignocchi
Foto Maurizio Bolognini e Gaia Pignocchi

Ancona, Visibilio 2019

É un monte Conero poco conosciuto e sorprendente quello che scopriamo con questa pubblicazione che tratta, in forma divulgativa ma con rigore storico e documentario, della sua frequentazione da parte di monaci ed eremiti, dai Benedettini ai Camaldolesi.

Oltre 800 anni di storia e di spiritualità, ma anche di vicende non sempre animate da spirito religioso, ambientate in eremi solitari e rupestri, come quello di San Benedetto, attualmente nell’area di Riserva Integrale del Parco del Conero interdetta alla vista, o nella grotta del Mortarolo, ma anche in più comodi monasteri, come quello di San Pietro, sorti in un contesto ambientale naturale di grande suggestione, fonte di ispirazione ascetica e contemplativa.

La pubblicazione si suddivide in capitoli iniziali di carattere generale sulla storia del monachesimo e su figure emblematiche come San Benedetto e San Romualdo, quest’ultimo particolarmente legato alle Marche con diverse fondazioni eremitiche, tra cui Valdicastro dove morì nel 1027.

Viene poi affrontata la nascita e l’evoluzione della Congregazione camaldolese di San Romualdo, poi divenuta di Monte Corona, fondata da Paolo Giustiniani, già priore di Camaldoli, e il suo legame particolare e inscindibile con gli eremi del Monte Conero, San Benedetto, dove si tenne il primo capitolo della compagnia nel gennaio 1524, e San Pietro al Conero, affidato anch’esso, dal 1559, dopo alcuni anni di discordie con gli eremiti di Santa Maria in Gonzaga, ai camaldolesi di Monte Corona, che lo tennero fino alle soppressioni napoleoniche e postunitarie.

Oltre a San Pietro, particolarmente pregevole architettonicamente e per i suoi bellissimi capitelli figurati, e a San Benedetto, di cui rimane ancora intatta la chiesetta rupestre, sono descritti anche altri luoghi di eremitaggio, la Grotta del Mortarolo, la cui sacralità è evidente anche per la presenza di una croce che rappresenta in maniera schematica ma molto suggestiva il volto del Cristo Pantocratore secondo l’iconografia medievale, e altri romitori o grottini lungo antichi sentieri.

Pubblicato il 06/09/2019