Il Ministero della cultura comunica che la Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ha stanziato la somma di 45.000 euro per l’ampliamento degli scavi archeologici in corso a Fano, in via Vitruvio.

Le nuove indagini consentiranno di approfondire la natura degli ultimi reperti, emersi durante recenti lavori di edilizia privata, e fondare su basi scientifiche le diverse ipotesi, anche molto suggestive, relative alla destinazione d’uso del sito.

Le attività sono coordinate dalla Soprintendenza per le province di Ancona e Pesaro e Urbino.

L’attenzione del Ministro Gennaro Sangiuliano e della Direzione generale è sempre rivolta a favorire sia la ricerca, fonte inesauribile di conoscenza della storia dei territori, sia la consapevolezza delle comunità che vivono in quei luoghi educandole al rispetto del patrimonio culturale di cui sono proprietari. Progresso scientifico e costruzione di un futuro sostenibile vanno infatti di pari passo. Così è stato e sarà per Fano”, spiega il Direttore generale Luigi La Rocca.

L’attenzione dell’Ufficio è massima e si inquadra nell’ambito dei programmi già intrapresi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico del territorio della città di Fano, i cui numerosi siti e contesti coprono un arco cronologico dall’età pre-protostorica al Medioevo”, aggiunge la Soprintendente Cecilia Carlorosi.

Nell’ottica della collaborazione tra Soprintendenza e Comune, e grazie al coinvolgimento dei cittadini, è prevista una condivisa strategia di comunicazione finalizzata ad aggiornare la comunità sullo stato di avanzamento dei lavori.

I resti sono emersi in occasione di alcuni lavori edili in un palazzo del centro storico a Fano (PU), e sono relativi a un edificio pubblico, di epoca romana, collocato in affaccio al foro cittadino.

Si tratta di un complesso costituito da almeno 5 ambienti, i cui muri, conservati in alzato per circa 2 metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani (1,50 metri) e sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. Sono state parzialmente messe in luce anche le relative pavimentazioni, che sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato, probabilmente cipollino verde e pavonazzetto.

Tutto il complesso, databile a circa 2000 anni fa, è stato interessato almeno da due ulteriori fasi di vita in epoca medievale, di cui sono state ritrovate alcune tracce: strutture murarie, focolari, frammenti di ceramica invetriata.

Fra i materiali recuperati, vi è anche un frammento di iscrizione su marmo che riporta su due righe le lettere V e I e conserva ancora tracce della “rubricatura”, ovvero la colorazione in rosso dei solchi delle lettere incise.

La cronologia e la funzione del complesso sono al momento in corso di studio e di definizione da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona e Pesaro Urbino.

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Pubblicato il 15/03/2023 / aggiornato il 21-03-2023