Sarnano (MC) – messa in sicurezza dell’Abbazia di Piobbico
Il progetto di messa in sicurezza della Abbazia di San Biagio di Piobbico, a Sarnano (MC) è uno dei più di 50 interventi sul patrimonio culturale danneggiato dalle scosse sismiche del 2016 realizzati dall’Unità di Crisi delle Marche, con la collaborazione dei funzionari e tecnici della Soprintendenza.
L’Abbazia di Piobbico, così come oggi ci appare, costituisce la parte superstite di una chiesa benedettina fondata nel 1030. In origine era denominata “S. Maria tra i Torrenti” in quanto circondata da due corsi d’acqua. Nel 1400 fu intitolata a S. Biagio, al quale era già dedicata la cripta. Tipico esempio di architettura romanica marchigiana, la chiesa è composta da un’aula centrale ed evidenzia un presbiterio rialzato su nove gradini, con due discese laterali che collegano alla cripta: quest’ultima ci è pervenuta nella sua struttura pressochè originaria, a tre navate definite da colonne in tufo e pietra, due delle quali ottagonali. Rispetto alla configurazione originaria, ha subito notevoli trasformazioni nei secoli, dovute anche ai diversi eventi sismici succedutisi nel tempo.
Il quadro fessurativo comparso in seguito alla prima scossa del 24.08.2016, si è aggravato notevolmente con le successive scosse ed anche con le cospicue precipitazioni nevose d i febbraio 2017.
In particolare i danni più evidenti risultavano alla facciata, al timpano ed all’abside, nonché al campanile a doppia vela crollato, con coinvolgimento della copertura.
La messa in sicurezza dell’abside mediante cinturazione con cavi in acciaio a tre diversi livelli, collegati alle strutture interne in tubi e giunti, con interposti ritti in legno, è stata preceduta da un consolidamento della struttura muraria che, data la sua inconsistenza per lo slegamento dei conci, non sarebbe stata in grado di sostenere alcuna tensione indotta dalla cinturazione.
Si è proceduto, di conseguenza, con un consolidamento a scuci e cuci del timpano e della parete dell’abside, con ricostruzione del settore crollato, riutilizzando gli elementi provenienti dal crollo e con un consolidamento della volta dell’abside, mediante utilizzo di rete in GFRP e malta. Si è reso inoltre necessario un trattamento biocida locale alle strutture lignee della copertura per rallentare l’azione degli insetti. Questi interventi sono stati propedeutici alla cinturazione del corpo absidale e necessari per la protezione dalle intemperie dei sottostanti affreschi, di cui quello a destra lesionato per effetto di un probabile cedimento differenziale del terreno sottostante, come confermato dalla presenza di contrafforti esterni realizzati in passato.