LE SEPOLTURE PICENE DI CONTRADA CUGNOLO
inaugurazione del Museo Archeologico di Torre di Palme (Fermo)

Il giorno 15 aprile 2019 si è svolta l’inaugurazione del Museo Archeologico di Torre di Palme, in comune di Fermo, a coronamento di un percorso tanto rapido quanto virtuoso che ha portato dalla scoperta alla restituzione al grande pubblico di due importanti necropoli di età picena in contrada Cugnolo a Torre di Palme.

La scoperta delle sepolture picene si deve ai lavori condotti da Edison E&P per la posa di un gasdotto fra i comuni di Fermo, Altidona e Lapedona. Durante la progettazione dell’intervento, nel 2014, è stata svolta, come da dettato normativo, la valutazione dell’impatto archeologico dell’opera. Nonostante il territorio fermano abbia notoriamente un potenziale archeologico elevatissimo, per lo specifico percorso del tracciato fu possibile identificare solo in modo approssimativo la frequentazione in antico dell’area, sulla base di rinvenimenti avvenuti negli scorsi secoli, spesso casuali e senza esatto posizionamento. Con la consapevolezza che l’assenza di segnalazioni non implica necessariamente un’effettiva assenza di resti archeologici, la Soprintendenza delle Marche ha richiesto la sorveglianza a tappeto di tutte le attività di scavo, nel 2016.

Non è stato necessario attendere a lungo per avere conferma del fatto che la presenza continua sul campo di archeologi professionisti fosse essenziale: a soli quattro giorni dall’avvio dei lavori sono state riportate in luce due sepolture, le quali, oltre ad arricchire il panorama archeologico fermano, hanno fornito l’occasione per rendere esplicita fin da subito la propensione della stessa Edison a una stretta collaborazione con la Soprintendenza non solo in fase di cantiere, ma anche nella prospettiva di un percorso di conservazione, studio, pubblicazione e valorizzazione.
A trasformare una bozza di percorso in un programma strutturato ha tuttavia contribuito il rinvenimento, poche centinaia di metri più avanti, di una seconda e ben più ampia necropoli, che ha dato avvio a una campagna di scavo protrattasi fino alla primavera del 2017 sotto la direzione scientifica della Soprintendenza.

Con il preciso obiettivo di evitare rallentamenti per l’opera, è stato concordata con Edison una modifica del cronoprogramma così da procedere lungo un doppio binario, quello delle indagini archeologiche da un lato e, dall’altro, la prosecuzione nei tratti non interessati da scavi, in regime di sorveglianza archeologica, senza che si rendesse mai necessaria la sospensione dei lavori.

Immediatamente consequenziale al termine della campagna di scavo, grazie al liberale sostegno di Edison, è stata dunque realizzata un’ampia attività di laboratorio che oltre all’analisi dei materiali e dei terreni campionati ha visto portare a termine il restauro di buona parte dei reperti archeologici, al contempo documentati e studiati dagli stessi archeologi incaricati dello scavo, e la messa in sicurezza dei restanti, così da bloccarne il processo di degrado e rendere possibile in futuro il completamento del recupero.

I risultati degli scavi, delle ricerche e delle analisi sono confluiti, a meno di due anni dalla chiusura del cantiere, nel volume “Il prestigio oltre la morte. Le necropoli picene di contrada Cugnolo“, finanziato da Edison E&P e curato scientificamente dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Lo studio delle necropoli di contrada Cugnolo è stato impostato con approccio interdisciplinare, coinvolgendo numerosi esperti di diverse discipline: oltre agli archeologi, sono intervenuti botanici, geologi, chimici e fisici dei materiali, antropologi fisici. È stato quindi possibile acquisire dati importanti per la conoscenza dei Piceni e, nello specifico, delle comunità del territorio fermano, secondo i canoni dell’archeologia contemporanea.

Alla Soprintendenza e a Edison E&P S.p.A., a chiudere il circolo virtuoso innescatosi a partire dal momento stesso del primo rinvenimento, si è aggiunto il Comune di Fermo, che non solo si è reso disponibile, ma si è fatto attivo promotore ed esecutore nell’individuare e approntare nello stesso borgo di Torre di Palme un nuovo tassello della propria rete museale, espressamente destinato alle sepolture recentemente scoperte e studiate. L’inaugurazione ha aperto al pubblico la prima parte delle sale espositive, in prospettiva del futuro ampliamento.

La progettazione del percorso museale ha visto la selezione di contesti funerari diversi, capaci, nel loro insieme, di raccontare la complessità della comunità di Piceni che ha abitato Torre di Palme nel VI secolo a.C.

Alle singole sepolture sono dedicate le teche in centro sala, mentre quelle a parete estrapolano singoli temi approfondendone i contenuti, anche ricorrendo a reperti di confronto provenienti da altre tombe dagli scavi di Torre di Palme. Da segnalare, nella prima sala del museo, la teca contenente i manufatti di corredo di una tomba delle fasi iniziali dell’Età del Bronzo (1800-1600 a.C. circa), rinvenuta fra le tombe picene ma più antica di circa 1000 anni, particolarmente significativa nella ricostruzione della storia umana del territorio palmense, in quanto ne rappresenta la più antica testimonianza.

Per informazioni sul museo: Biglietteria/Info Point piazzale della Rocca

dal 16 aprile al 5 maggio: tutti i giorni 14,30-19,00

dal 6 al 31 maggio: sabato – domenica 15,00-18,30

Disponibile anche il servizio di visita guidata da prenotare presso la biglietteria centrale dei Musei di Fermo, tel. 0734/217140.

Costi dei biglietti:

– biglietto unico € 8,00 intero, € 6,00 ridotto e comprende l’ingresso a tutti i musei della Città di Fermo (Palazzo dei Priori/Sala del Mappamondo, cisterne romane, Teatro dell’Aquila, Musei Scientifici Palazzo Paccaroni, museo archeologico Torre di Palme);

– biglietto d’ingresso al solo museo archeologico Torre di Palme € 4,00.

Pubblicato il 23/04/2019