Il sito di Conelle è un importante insediamento, di cui abbiamo testimonianze risalenti all’età del Rame (circa 5500 anni fa) e al Bronzo Recente (circa 3400 anni fa). Si tratta di un abitato sorto alla confluenza di due corsi d’acqua, Montefortino e Acquaviva, sbarrato su un lato da un fossato monumentale, attualmente visitabile.

Apertura: libero accesso
Indirizzo: Loc. Conelle di Arcevia
Comune: Arcevia (AN)
Telefono: 0731.9622  (Museo Archeologico Statale di Arcevia)
email: sabap-mar@beniculturali.it

Il fossato, realizzato in una formazione ghiaiosa, è lungo oltre 100 m, largo circa 6 m e profondo 7 m. L’opera mantenne il ruolo difensivo solo in un primo momento, successivamente al quale fu utilizzato come discarica per i materiali di rifiuto del villaggio. Durante gli scavi sono stati riportati in luce molti reperti, oggi esposti al Museo Archeologico Statale di Arcevia e al Museo Archeologico nazionale delle Marche di Ancona, che hanno permesso di datare le diverse fasi di riempimento del fossato e di studiare le principali attività (agricoltura e caccia) dell’insediamento umano di Conelle.

Tale struttura, costruita evidentemente per scopi difensivi, proteggeva un villaggio, la cui popolazione è stata stimata fra i 200 e i 400 abitanti, ma di cui non è stato possibile indagare le abitazioni, poiché i lavori agricoli di epoca moderna hanno sconvolto irrimediabilmente le stratigrafie antiche.
Il riempimento del fossato, scavato negli anni Sessanta dall’Università di Roma La Sapienza, era articolato in cinque livelli e conteneva materiale di scarico, fra cui ceramica, manufatti in pietra scheggiata e levigata accanto a cospicui resti di faune e botanici che hanno permesso di ricostruire ambiente ed economia del villaggio. I frammenti ceramici recuperati sono stati realizzati con impasti differenti, a seconda della funzione del vaso cui appartenevano: gli impasti grossolani, ad esempio, erano utilizzati per pentole e stoviglie da cottura; quelli semifini o fini, per il vasellame da mensa, fra cui, in particolare, le note brocche con l’orlo obliquo.
Grazie ai materiali faunistici rinvenuti, conosciamo alcune delle specie animali che popolavano il territorio: il cinghiale, l’orso bruno, la volpe, il capriolo e il cervo, il cui palco veniva raccolto e lavorato per ricavarne numerosi strumenti. Fra le specie domestiche, prevalenti sono i resti di suini e bovini e, secondariamente, di ovini, sfruttati soprattutto per la produzione della lana e del latte.
L’alimentazione era basata sul consumo di cereali, che venivano triturati grazie a macine e macinelli e dalla macellazione degli animali selvatici.