Casa del “Tappatino” – parco archeologico regionale della citta romana di Suasa

Il cosiddetto “tappatino” costituisce un magnifico esempio di architettura rurale del XV secolo. Deve la sua denominazione al soprannome di uno dei suoi abitanti degli inizi del ‘900: Bellagamba detto “il tappatino”.
Verso gli anni trenta dello stesso secolo vi abitò la famiglia Aguzzi, mezzadri del Conte Ruspoli proprietario di tutto Pian Volpello.
La famiglia Aguzzi vi rimase sino al 1990 quando la Soprintendenza Archeologica per le Marche acquistò il fabbricato e ne curò il restauro al fine di destinarlo a sede logistica e di accoglienza per il Parco Archeologico.
L’aspetto odierno, piuttosto articolato, è il risultato di trasformazioni e aggiunte che si sono susseguite nel tempo.
La struttura originaria fu costruita fruttando in parte i resti di edifici di epoca romana ancora visibili negli scantinati.
Anche le murature presentano numerose tracce di utilizzo di materiale proveniente dalle rovine della città romana.
Sappiamo dall’epigrafe posta sull’architrave di una porta che nel XVI secolo l’abitazione fu dimora di Ottaviano Volpello, l’epigrafe riporta infatti il suo nome “OCTAVIANUS VULPELLUS”, da cui deriva anche il toponimo del fondo valle: appunto Pian Volpello. Il personaggio fu giureconsulto presso la corte dei Della Rovere sotto i duchi Guidobaldo II e Francesco Maria II.