RINASCIMENTO MARCHIGIANO
Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma

a cura di
Pierluigi Moriconi
Stefano Papetti

Catalogo della mostra

Si è conclusa il 2 febbraio 2020, presso la sede del Forte Malatesta di Ascoli Piceno, la prima tappa dell’esposizione Rinascimento marchigiano: opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma che rappresenta un affascinante viaggio nelle tradizioni e nella religiosità popolare marchigiana attraverso la narrazione offerta da cinquantuno opere d’arte selezionate tra le migliaia offese dal sisma, e recuperate grazie alla proficua collaborazione fra Stato, Enti pubblici, Curie, Università, Associazioni no profit.

La mostra è stata ideata come un evento espositivo itinerante che, dopo la prima tappa di Ascoli Piceno, approderà a Roma, dal 18 febbraio al 5 luglio 2020 presso il complesso monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni, e infine si concluderà a Palazzo del Duca di Senigallia, dal 23 luglio al 3 novembre 2020.

Come dichiarano i curatori dell’evento e del catalogo Pierluigi Moriconi e Stefano Papetti nel contributo introduttivo al catalogo, la mostra nasce dalla volontà di presentare i risultati di una straordinaria campagna di restauri realizzata nella convinzione che la ripresa dei luoghi duramente colpiti dal sisma passi necessariamente anche attraverso il recupero e la valorizzazione delle opere d’arte che da sempre di quei luoghi custodiscono i valori identitari e culturali.

In attesa di poter essere restituite alle originarie provenienze, le opere d’arte selezionate per l’esposizione offrono un’antologia dell’arte marchigiana che dal XV secolo giunge sino al Novecento.

Trovano volutamente spazio in questa narrazione non solo le grandi opere di affermati maestri quali Jacobello del Fiore o Vittore Crivelli, ma anche le opere di artisti anonimi che spesso esprimono una devozione più intima, fortemente radicata nelle comunità locali, permeata di tradizioni e consuetudini plurisecolari.

Una buona parte di questi beni vengono pubblicati per la prima volta nelle schede di questo volume, che lascia ampio spazio alla parte catalografica, ben argomentata e arricchita da un ricco apparato grafico che non lesina sulle immagini di dettaglio in grado di documentare pentimenti e disegni preparatori emersi grazie alle indagini diagnostiche condotte durante le operazioni di restauro.

Oltre al profilo più propriamente storico artistico, in ciascuna scheda di catalogo viene esaminato e descritto lo stato di conservazione iniziale dell’opera, le indagini diagnostiche effettuate e gli interventi conservativi approntati, restituendo una preziosa quanto interessante serie di informazioni sulle tecniche di esecuzione, sui materiali impiegati, sulle fasi esecutive che hanno permesso la realizzazione delle opere.

Proprio il rilevante spazio assegnato alle indagini preliminari e agli interventi di restauro pongono il catalogo come possibile modello da seguire nell’ambito della pubblicistica che si occupa del ripristino dei manufatti artistici colpiti dal terremoto; un esempio eloquente di come le più aggiornate tecnologie siano ormai uno strumento imprescindibile nella conoscenza e tutela del nostro patrimonio storico-artistico e pertanto un validissimo ausilio nel recupero della nostra identità culturale.

Pubblicato il 02/02/2020