Messa in sicurezza del patrimonio storico artistico di Vallinfante: è qui che si impone la rinascita.
In questa frazione di Castelsantangelo sul Nera, dove distruzione e desolazione fanno ancora da padrone, ai piedi del Monte Prata, vicino alle sorgenti del Nera, in una Valle che accoglie il corpo e l’anima, il MIBACT accende una luce, una speranza.
Nella chiesa di Santa Maria, offesa, umiliata, sventrata dal crollo di parte della copertura e della parete longitudinale d’ingresso, le scosse sismiche di ottobre 2016, impotenti a fronte di una imperitura voglia di vita, di memoria, hanno lasciato riemergere, con il distacco delle scialbature delle pareti nella cappella e sotto la tela dell’altare maggiore barocco, antichi dipinti dell’inizio del XV sec. di pregevole mano.
E’ per questo che, attraverso la cooperazione tra l’UCCR e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, ad opera del gruppo “Affreschi”, si è deciso che, tra le tante realtà del cratere di altrettanto valore, gli interventi di messa in sicurezza del patrimonio storico artistico danneggiato dovessero incominciare da qui.
I lavori che, come già la chiesa di san Pietro nella medesima frazione, stanno vedendo la fine proprio in questi giorni, hanno avuto quale obiettivo congiunto alla protezione e salvaguardia di quanto ancora in sesto, la più ampia visibilità di tale disvelato patrimonio, pur nella temporaneità delle soluzioni adottate, non idonee per scopo a restituire l’accessibilità se non agli addetti ai lavori.
Un antro luminoso nel quale e dal quale chiunque potrà scorgere o ritrovare i tesori della chiesa di S. Maria dalle sue stesse viscere, si incunea nel corpo dell’aula e al contempo si espande nella valle riflettendo, con la sua trasparenza, la catena appenninica che la abbraccia. Da qui si possono apprezzare le porzioni più interessanti degli affreschi rinvenuti ed entrambi gli importanti altari lignei, tutti oggetto di accurati interventi di primo restauro.
La chiesa debitamente assicurata e riconfinata in copertura, nell’abside della cappella, nella controfacciata e nella parete longitudinale di ingresso, con lo spirito concreto di ricreare le condizioni di sicurezza per restituire tempestivamente il patrimonio al proprio territorio, è così oggi in grado di riospitare la maggior parte delle opere mobili che dalle macerie, per la necessaria protezione, erano state ricoverate alla Mole Vanvitelliana di Ancona ad opera del nucleo di Tutela dei Carabinieri.
Sono state infatti ricollocate diverse porzioni degli altari lignei quali gli angeli e le colonne tortili dell’altare maggiore a cui, dopo un primo restauro, seguiranno anche le relative tele.
Un tale risultato, intriso di dolorosa riscoperta di coesione sociale, si è reso possibile solo grazie al contributo di tutti, che non ha mai difettato di attenzione, professionalità e passione.

Per questo si ringraziano:
La Ditta esecutrice – Edilfiastra di Lucarini Venanzio & co
Medea restauri di Dania Mari
I collaboratori esterni – Ing. Roberto Frattini
I dipendenti MIBACT – RUP e Direttore dei lavori Arch. Simona Guida, Il Direttore scientifico restauri Dott. Pierluigi Moriconi, i collaboratori tecnici Geom. Cristiano Zoppini e Dott.ssa Sonia Melideo, Annarita Ottaviani e tutto il personale dell’UCCR
Gli sponsors – Montanariglass e IGuzzini che hanno generosamente fornito i vetri e i corpi illuminanti

Pubblicato il 23/06/2018