Le scosse che si sono succedute dal 24 agosto 2016 hanno lasciato nella nostra regione ferite che dovevano essere tamponate immediatamente per evitare che ulteriori eventi successivi potessero aggravare la condizione del nostro enorme e diffuso patrimonio culturale costituito da chiese, palazzi, rocche ma anche affreschi, dipinti, organi musicali storici, beni archeologici, beni archivistici e librari.

Le scosse di ottobre hanno azzerato tutta l’attività fino a quel momento svolta, allargando anche il cratere del sisma.

Le numerose chiese danneggiate, la presenza di città capoluogo tra quelle colpite, interi centri storici lesionati, rendono il quadro del patrimonio culturale post-sisma delle Marche il più ampio, il più complesso e il più difficile da affrontare, come ben rappresentato dalle 2755 segnalazioni di danno su edifici vincolati.

219 beni immobili messi in sicurezza dal MiBACT e VVF

586 beni immobili messi in sicurezza da altri enti

Gli interventi.

Proprio per fronteggiare questa fase pesante e dolorosa sono stati realizzati tempestivi interventi di messa in sicurezza delle chiese e degli edifici storici -a tutt’oggi 824- da parte del MiBACT, dei Vigili del Fuoco, delle Amministrazioni Comunali, con la supervisione della Protezione Civile della Regione Marche.

Per quanto riguarda i beni architettonici danneggiati, bisogna tener presente che le numerose messe in sicurezza non potevano essere gestite tutte direttamente dagli uffici del Ministero, rendendo necessaria una lista di priorità determinata dalla gravità, dalla complessità dei danni e dal valore storico-architettonico e sociale del bene stesso. Per le Marche sono stati individuati dal MiBACT 74 interventi prioritari, alcuni dei quali eseguiti in maniera sinergica con il corpo dei Vigili del Fuoco.

Progetti.

Tra i tanti progetti di restauro voluti dalla Soprintendenza delle Marche e dal Segretariato BB.CC. Regionale delle Marche, si possono annoverare alcuni particolarmente significativi per importanza del bene e per complessità dei lavori, come quelli sulle Cattedrali di Fermo, Camerino, San Benedetto del Tronto, Fabriano e Matelica, sulle Pievi di Santa Maria in Fematre o S. Maria in Pantano, sui santuari di Macereto e S. Maria delle Vergini e sui palazzi storici come il Palazzo dei Priori di Visso e la Torre del Cassero di Caldarola. Poiché in tutti questi monumenti erano presenti pregevoli apparati decorativi quali cicli di affreschi e stucchi, la loro messa in sicurezza è stata compiuta con l’intervento di restauratori e tecnici del Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro che hanno provveduto anche alla loro tempestiva salvaguardia.